LA POLVERE CHE SEPPELLISCE I MITI
Perché non sappiamo più fabbricare miti? La domanda provocatoria, avanzata da Giancarlo Dotto nel suo ultimo libro “Il Dio che non c’è” merita almeno un tentativo di risposta.
Perché non sappiamo più fabbricare miti? La domanda provocatoria, avanzata da Giancarlo Dotto nel suo ultimo libro “Il Dio che non c’è” merita almeno un tentativo di risposta.
Puristi e complottisti all’attacco per il dichiarato falso storico di Anne Boleyn, ma le ragioni per far interpretare il ruolo a un’attrice nera sono più che valide.
Geniale, esilarante parodia dell’informazione televisiva. Grazie a una compagnia di personaggi surreali e provocanti orchestrati dalla divina Frau Grüber, dileggia il presunto giornalismo da talk show, diverte fino alle lacrime e addirittura commuove.
I produttori italiani sembrano aver imbroccato la via della “politique des authors” per conquistarsi uno spazio nel mercato mondiale delle serie tv. Ma è la politica più giusta?
Nessuno tocchi la sua “Gomorra”. L’autore nega che i Carabinieri di Piacenza sotto accusa per aver organizzato un sistema criminale simile a quello raccontato nella serie, si siano ispirati a lei. Eppure sono proprio i protagonisti a citarla.
Altro che informazione, i talk show che vediamo in TV sono in realtà delle sitcom di bassa levatura in cui c’è assai più teatro che giornalismo.
Altro che rimuovere Via col Vento, se si vuole rovesciare veramente e senza ipocrisia un sistema che ha generato una cultura popolare razzista bisogna mettere in discussione Hollywood non per i film che HA realizzato, ma per quelli che NON HA mai neanche pensato di mettere su.
Dalle scene shakespeariane al grande teatro della finanza, passando per le trincee di Spielberg e le lacerazioni del reduce. L’insospettabile ascesa di un personaggio-eroe tormentato e moderno.
La serie che ha preso il posto di “Friends” nel cuore di molti fan racconta tra tanti episodi un’unica storia, ricca e complessa.
Due volti di donna in primo piano nella nuova “Gomorra”. Un confronto impari quello tra Patrizia e Azzurra, due modi opposti di coniugare cultura arcaica e nuove realtà .
Da questa settimana seguiamo puntata per puntata l’ultima stagione di “Game of Thrones”, “Il Trono di Spade”. Senza spoiler, commentando tra noi e noi.
Perché milioni di spettatori in tutto il mondo attendono frementi di vedere il finale di “Il Trono di Spade”? Qualche risposta a chi non l’ha visto e un utile ripasso per chi invece sì.
Da una parte quello tutto d’un pezzo, calcolatore, integerrimo; dall’altra quello cinico, vissuto, furfante. Un
Scandali mediatici, verdetti extragiudiziali, processi sommari celebrati sui media senza alcun diritto alla difesa, condanne