IL DISVELAMENTO GENTILE

In Prisma così come in Skam Italia gli autori seguono con sguardo discreto e benevolo le vicende di adolescenti alla ricerca della loro identità.

A questo punto possiamo parlare di stile. Lo sguardo discreto e benevolo con cui gli autori di Skam Italia accompagnavano il racconto diaristico di un gruppo di diciottenni, in Prisma (sempre di Ludovico Bessegato e soci) si è fatto cifra espressiva. Quelle lunghe sequenze affidate al non verbale, in attesa che i personaggi si rivelino, sono di fatto il racconto stesso, che per protagonisti ha ragazzi appena un po’ più grandi alle prese con analoghi problemi. Se può sembrare enfatico dire che questo è il linguaggio più adatto a rappresentare la generazione in oggetto, è fuor di dubbio che sia personale ed espressivo.

Alla base di tutto sembra esserci il ritmo, lento ma incalzante. Mai che Andrea e Marco, i due gemelli diciannovenni interpretati da Mattia Carrano in Prisma su Prime, saltino scatenati su esplosive trovate di sceneggiatura. Il loro passo è fluido, armonico, accompagnato con dolcezza nell’esplorazione delle rispettive personalità. La camera segue paziente i piccoli avvenimenti che costellano le loro vite, ne registra le reazioni, ci dà il tempo di entrare in sintonia. Gli autori ci infilano soavemente i piedi nelle scarpe di questi adolescenti in formazione e ce li mostrano nudi e crudi. È un disvelamento gentile, sulle note di una colonna sonora raffinata e varia. La coltre di normalità sotto la quale ci appaiono all’inizio si dirada gradualmente, facendo trasparire le unicità, i tratti nascosti, le parti buie. Identificarsi è ineluttabile.

Ludovico Bessegato, che firma Prisma così come Skam Italia insieme ad Alice Urciuolo, pone al centro del racconto sui diciottenni di oggi il tema dell’identità, sessuale ma non solo. Intorno alla domanda implicita “chi sono?” ruotano tutte le vicende narrate in entrambe le serie. Alla ricerca di un possibile sé i personaggi vivono avventure molto interiori, sia pur con accanto un gruppo di amici. Viaggi con destinazione incerta seguiti con occhio umile dagli autori, che pedinano i loro personaggi registrandone silenzi e messaggi, palpiti e paure, passetti sommessi e slanci in avanti. L’obiettivo non è mai giudicante ma è sempre lì e il tempo non mente, prima o poi la verità sul personaggio emergerà con evidenza e naturalezza. Il raggio di luce illuminerà le varie facce del prisma. È così che il quotidiano diventa poesia, la vicenda assume i contorni della storia e il linguaggio si fa stile.

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