Che Fedez e Chiara Ferragni, al di là di qualche vezzo da star, siano in privato gente come noi, un uomo e una donna che cercano con fatica un modo per stare insieme e amarsi? L’imbarazzante quesito ti schizza sul culo non appena liberi il tuo pesante giudizio sulla serie stando comodamente seduto su una calda tavoletta di banalità.

È infatti con spirito caustico e lingua armata che hai selezionato su Prime l’icona viola di The Ferragnez. Del resto quei due, il rappettaro scarso di voce ma ricco di tracotanza e la bellona molto sorridente e molto paracula, o li si ama o li si odia e tu sei decisamente dalla seconda parte. Si sono fatti da soli, bravi; ma perché sbandierare il proprio successo così, facendone anche mercato? The Ferragnez però ti confonde.

Sì, c’è lo stucchevole quotidiano di una vita da jet set, l’ostentazione implicita di uno status raggiunto dopo anni impegnati a quello scopo. Non manca qualche spot da fiaba romantica, destinato ad alimentare la leggenda rosa che circonda i Ferragnez. Poi però ecco la trovata, ciò che spiazza e rende la serie qualcosa di più del dietro le quinte di una famiglia VIP: il consulente di coppia. Tra una serata con amici e parenti, una seduta di lavoro e qualche discussione quotidiana seguiamo i due mentre confidano difficoltà e sofferenze al terapista, il quale approfondisce e indaga. Entriamo così, come in un family drama, nel vivo delle emozioni dei protagonisti, costretti al confronto e all’apertura.

Fedez e la Ferragni, seduti sul divanetto, si liberano dei propri personaggi astratti da show e social per andare incontro al pubblico in carne, ossa e sentimenti semplici. Geniale. Se è una mossa di marketing è di quelle che “Goebbels, scansati” e di certo non farà che aumentare la platea di coloro che seguono i Ferragnez arricchendo il loro mito e i loro conti correnti. Cattivi non si può essere, di fronte a tanta vera o recitata sincerità. Il semplice gesto di smettere i panni delle star, mostrarsi il più possibile Chiara e Fede, e confrontarsi col quotidiano anche banale di una qualsiasi coppia, ispira benevolenza. In quanto a forma e stile, la prima è una presa diretta in cui si sente lontano un miglio che la camera è saldamente nelle mani dei due protagonisti; il secondo è un connubio tra la birra e lo champagne.
Sergio Gamberale
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