Fate il piacere, non chiamatelo horror. Qui l’attacco alle coronarie con effetto a sorpresa tipico del genere “paura” non c’entra niente. In The Terror 1 (su Prime, qui), partendo da un fatto storico, si mette in scena un incubo che ti inghiotte in una nichilistica metafora esistenziale. Avventura, se mai, è la categoria di racconto in cui va inserita la prima stagione di questa serie antologica (10 episodi ideati da David Kajganich sulla base del romanzo di Dan Simmons La scomparsa dell’Erebus, 2007). Un’avventura statica che racconta come un gruppo di uomini, salpati a metà Ottocento alla ricerca del passaggio a Nord-Ovest, siano rimasti bloccati tra i ghiacci artici in un forzato e diabolico confronto con le angosce, i riti, i cupio dissolvi fisici e mentali cui la fuga della speranza, gradualmente, li condannò.

Storia è che i due vascelli Terror e Erebus, partiti nel 1845 dalla Gran Bretagna con 134 uomini a bordo sotto il comando dell’ufficiale della Royal Navy John Franklin, scomparvero nel nulla. Avrebbero dovuto trovare il mitico passaggio a Nord-Ovest, la rotta che tagliando mezzo globo avrebbe consentito all’impero Britannico di comunicare con le Indie senza dover circumnavigare l’Africa. Invece non se ne seppe più nulla. Negli anni furono inviate diverse spedizioni alla ricerca di quegli sventurati, ma senza esito. I relitti dei due vascelli sono stati ritrovati solo pochi anni fa. Nel frattempo, tante ipotesi sul destino di quegli uomini sono state avanzate negli anni. Quel che è certo è che la loro meta fu la più amara: la morte lenta e consapevole dopo un disfacimento psichico e morale durato circa due anni.

È questo che racconta con un pizzico di fantasy di The Terror, la progressiva e implacabile dissolvenza dell’idea di salvezza in un gruppo di uomini inchiodati a un tormento. Ognuno con le proprie vacillanti certezze, tra tentativi di fuga e attesa del nulla. Faccia a faccia con il mistero del vacuo, il capitano Francis Crozier (un magistrale Jared Harris) si confronta con l’incauto ottimismo del suo superiore Franklin (Ciaràn Hinds), mentre gli uomini mandati in esplorazione uccidono per sbaglio un vecchio sciamano Inuit e ne catturano la figlia. Pessima idea, visto che l’uomo, privo di lingua, aveva a quanto pare il controllo mentale di un mostro spaventoso e sanguinario che ora può scatenare tutta la sua furia contro gli invasori del suo regno. Ma non è finita, purtroppo per loro. Spalle ad un muro di ghiaccio e assediati dall’orrore quei poveri cristi devono fare i conti con un nemico ancor più subdolo che li avvelena lentamente nel corpo e nel cervello. Svanita ogni idea di salvezza, perduta ogni logica umana, è come essere all’inferno prima ancora di essere morti e senza che vi sia nulla di poeticamente dantesco nell’avventurarsi in quei territori senza poter tornare indietro.

Tutto può accadere e tutto accade, inesorabile e angosciante, a questo drappello di disperati. La lucida follia del Comandante Fitzjames (Tobias Menzies, impeccabile), la frenesia umanistica del Dott. Goodsir (Paul Ready, commovente), la ribellione anarchica e psicotica del marinaio Cornelius (Adam Nagaitis) sono diverse facce di un medesimo delirio. Davanti ai nostri occhi incantati dal bianco dei ghiacci, dalle immagini impeccabili (la mano di Ridley Scott c’è e si nota), dallo spettacolo di uno script che esalta la bravura degli interpreti, la tragedia collettiva si consuma inesorabile e ci trascina giù nello sprofondo oscuro in cui giacciono gli interrogativi più angosciosi sull’esistenza umana. Applaudire l’eleganza della messa in scena non è abbastanza. Fermarsi ad analizzare il mirabile lavoro sull’audio (l’onnipresente vento polare modula un suono che colora le immagini della tonalità voluta) non serve a niente. Ogni parola, alla fine di The Terror 1, risulta povera. La visione di questa serie è un’avventura totalizzante, da esperienza mistico-filosofica. Come i personaggi sullo schermo, sei spinto anche tu oltre il limite dei pensieri razionalizzabili, in un buco nero di nichilismo senza fede. Sei segnato per sempre, perché uscire da The Terror 1 così come vi si era entrati è impossibile.

Sergio Gamberale

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