Il detective John River un problema nella psiche ce l’ha da sempre. Fin da bambino convive con materializzazioni. Vede cioè persone che non esistono, ci dialoga, a volte ci litiga. Fortunatamente è cosciente del problema e riesce a controllarlo. Tanto che è riuscito a nasconderlo ai selezionatori della polizia, che altrimenti certo lo avrebbero scartato. Ma adesso capita qualcosa che fa saltare il suo equilibrio.
Proprio davanti ai suoi occhi un’auto assassina travolge e uccide Stevie, Jackie Stevenson, la collega più cara, quella verso cui il cuore di ghiaccio di River un minimo s’era sciolto. Un attimo dopo averla salutata ne raccoglie l’abbraccio ormai inerme. È uno shock. Ma non è finita, perché poco dopo, seguendo l’auto assassina, si trova a rincorrere a perdifiato l’autista, finché questi non gli precipita da un lampione e muore schiantato. Era innocente, si scopre subito. E giù sensi di colpa. Così, schiacciato dagli eventi River inizia a manifestare pubblicamente le sue visioni. I responsabili della polizia non tardano ad accorgersene e gli impongono terapia e restrizioni. Ma il caso è controverso perché ad affollare la mente di River non sono fantasmi qualsiasi, bensì le vittime dei casi irrisolti. Vere e proprie ossessioni che intervengono nella vita di River per stimolarlo a risolvere i loro casi in modo da lasciarlo libero.
Intricato? Eppure il racconto attraverso il protagonista ci permette di entrare in perfetta empatia con il personaggio John River. Uno psicopatico. Segno che la scrittrice Abi Morgan ha saputo portarci dentro il detective interpretato da Stellan Skarsgård (Chernobyl) con una tale verità da farci sentire i suoi stessi sentimenti. Notevole risultato, per una serie che gioca sui registri cervellotici del crime. La lieta sorpresa è che qui le sottigliezze della trama e gli incastri chirurgici del bel poliziesco sottostanno a un conflitto aperto sulla strada da seguire per sbrogliare la matassa. Quella della verità oggettiva e quella della soggettiva di uno psicopatico, con noi decisamente dalla seconda parte.
Il singolare risultato è garantito anche dalla vivida interpretazione dei fantasmi di River. In primo luogo Nicola Walker (Collateral), carnale e misteriosa. Un altro elemento noir di questa storia che ha il potere di trasportarti in un mondo oscuro e misterioso, affascinante, pericoloso. Il tutto per uno show di gran gusto, capace di prenderti alla pancia stuzzicandoti la mente. Sulla BBC River è andato in onda nel 2015 ma oggi Netflix l’ha ripescata e messa in bacheca, con merito.
Sergio Gamberale
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