C’ERA UNA VOLTA UNA SITCOM. “How I Met Your Mother” dalla “commedia di situazione” al romanzo di formazione.

La serie che ha preso il posto di “Friends” nel cuore di molti fan racconta tra tanti episodi un’unica storia, ricca e complessa.

A prima vista How I met Your Mother (E alla fine arriva Mamma) è una sit-com stile Friends. Vi troviamo ugualmente un gruppo di amici all’alba dell’età adulta che condividono un appartamento a New York. Tipi diversi, ognuno coi suoi tic, legati insieme da una fitta rete di legami sentimentali, tutti alla ricerca del proprio futuro. Gran parte dei 208 episodi delle nove stagioni di HIMYM sono dedicati all’incontro-scontro tra i loro caratteri che danno luogo a una serie di gag, storie buffe o drammatiche in cui è facile innamorarsi di questo o quel personaggio. Ma le analogie con Friends, pure evidenti, non devono distrarci dalla grande novità di HIMYM: qui per la prima volta il materiale di una sit-com si arricchisce di uno sviluppo verticale della trama proiettando i singoli episodi in un unico racconto lungo. Se è vero infatti che ogni puntata dello show ha una sua indipendenza narrativa, è altrettanto vero che si tratta di flashback, ovvero di brani di un unico racconto.

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La voce narrante che ci accompagna in questo lungo viaggio nei ricordi è quella di Ted Mosby (Josh Radnor), architetto, che nel 2030 decide di raccontare ai suoi figli come incontrò la loro mamma. Solo che la prende molto larga e si perde in continue digressioni, tanto che l’incontro con quella che diventerà la madre dei suoi figli viene continuamente rinviato di stagione in stagione, per arrivare solo a ridosso del finale. Nel frattempo c’è tutto il racconto della formazione di Ted, giovane architetto in cerca della ragazza per la vita e del gruppo di amici con cui divide appartamento e/o tavolo del pub. Tutto ciò che vediamo è quindi la sua versione dei fatti e dei personaggi, frutto del suo sguardo a volte romantico a volte cinico e arricchito da molte piste alternative, i falsi flashback in cui il protagonista ipotizza sviluppi alternativi degli avvenimenti (se Tizio avesse detto così anziché colà, se Caio avesse fatto questo anziché quello, ecc.). Come in Friends l’universo in cui si svolgono i fatti è il gruppo di amici, una sorta di famiglia volontaria che prende il posto della famiglia naturale tipica delle sitcom classiche. E a mano a mano che le puntate vanno avanti, veniamo sempre più coinvolti nei meccanismi dei rapporti tra i cinque protagonisti e quasi trascinati sul palco su cui li vediamo diventare adulti.

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Veniamo così sedotti dal seduttore Barney Stinson (Neil Patrick Harris), ricchissimo dirigente di banca con il pallino delle donne. Il suo scopo è conquistarne tante, in continuazione, con ogni mezzo. Al contrario di Ted, detesta la vita di coppia. Iperbolico e tendente all’autoesaltazione, ama snocciolare il suo decalogo di regole per rimorchiare e ha il vezzo di chiedere il cinque ad ogni sua impresa leggen…daria. Con la verve comica che gli ha dato il suo interprete, Barney diventa presto il degno contraltare alla romantica normalità di Ted. Ma anche una provocazione vivente per Marshall Eriksen (Jason Segel) e Lily Aldrin (Alyson Hannigan) la coppia inossidabile di scemoni simpatici sempre impegnata a fare sesso e a sognare di formare una vera famiglia. Uniti anche negli ideali di vita, nucleo nel nucleo, il bancario ecologico Marshall e la maestra d’asilo con infanzia difficile Lily sono l’immagine di ciò che Ted ricerca e Barney fugge. Oltre a fornire, grazie al loro carattere naîve, molti spunti comici alla trama.

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A mettere un po’ di pepe nel tutto provvede Robin (Cobie Smulders) la sensuale giornalista TV canadese dalla vita sentimentale tanto scombinata da intrecciarsi anche (attenzione: SPOILER) con quelle di Ted e Barney. Una carica erotica innescata dentro una volitiva donna in carriera dai risultati modesti dunque comici. Un po’ femme fatale un po’ simpatica looser, incassa con autoironia insuccessi sentimentali e professionali.

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Col pretesto dunque di raccontare ai suoi figli (e a noi spettatori) l’incontro con la donna della sua vita, Ted ci racconta invece il romanzo della sua formazione adulta, vissuta insieme a questo gruppo di amici. È una storia che va avanti di flashback in flashback senza ignorare cosa è accaduto negli episodi e nelle stagioni precedenti. Rispettando una coerenza negli sviluppi dei personaggi e dei rapporti tra di loro. Una vicenda che va avanti nel tempo, anche nel vissuto dei protagonisti. Con nuovi personaggi che ogni tanto entrano in scena, ne escono, a volte ritornano. In ogni caso del loro passaggio rimarrà qualche segno.

TV LOOKOUT

HIMYM va quindi considerata come un’opera unica, dalla prima all’ultima chiacchieratissima puntata. Un romanzo raccontato con il linguaggio del cinema. Nella fattispecie un romanzo di formazione in chiave commedia romantica, con spunti comici e drammatici insieme. Per dirla tutta, una storia d’amore soprattutto per l’amicizia, il valore che più di tutti risalta in HIMYM. Perché se è vero come è vero che si tratta di una storia d’amore in reverse, come è scritto su una delle sue locandine, è vero anche che HIMYM è un’elegia dell’amicizia, intesa come legame che resiste nel tempo e nelle difficoltà. Oltre ogni litigio, anche acceso. Sul piano formale invece, a fare breccia è innanzitutto il sense of humour che pervade ogni episodio. Si vede bene che Craig Thomas e Carter Bays si sono formati alla scuola del Late Show di David Letterman. La facilità con cui sfornano battute e gag è impressionante, visto il ritmo veloce su cui scorre quasi tutto lo show.

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Non è un caso che tra gli sceneggiatori figuri il nome di Greg Malins, già showrunner di Friends. È proprio quel pubblico che HIMYM è andato a prendersi, nel 2005, cioè l’anno successivo alla fine di Friends. Coincidenza che può ben spiegare le analogie di cui parlavamo all’inizio. Tuttavia, tra Friends e HIMYM c’è una differenza sostanziale: una è essenzialmente una sitcom, l’altra in effetti un racconto di largo respiro che ne mutua il linguaggio. Se e quando troveremo un termine per identificare, tra le serie tv, quelle che raccontano una sola, lunga e complessa storia da quelle che procedono per stagioni o episodi, HIMYM sarà tra i titoli che ne beneficeranno. Nel frattempo, l’occasione è ghiotta: si possono vedere una dopo l’altra tutte le puntate di tutte e nove le stagioni su Netflix, QUI. Buona visione.

Sergio Gamberale

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