Un vivacissimo Paul Giamatti è il Procuratore Distrettuale di New York Chuck Rhoades. Personaggio potente e onesto, reduce da una serie di brillanti successi giudiziari, si trova di fronte il caso che può lanciarlo verso più alti obiettivi. Il caso è Bobby Axelrod, un miliardario che ha saputo brillantemente speculare coi suoi fondi sul mercato finanziario. Nei suoi panni ritroviamo il Sergente Brody di “Homeland”, ovvero il roccioso Damian Lewis. Lo scontro tra i due è aperto, diretto, senza esclusione di colpi. Anche perché guarda caso di mezzo c’è una donna che ha per entrambi grande importanza. Si tratta di Wendy, un’ attraente Maggie Siff, moglie nonché compagna di giochi erotici sadomaso del primo e psicologa alle dipendenze nonché amica confidente del secondo. La trama di “Billions” ci mette poco, così, a diventare una storia di potere che nasconde secondi e tripli significati.
Nel panorama delle serie Tv di genere legal-drama, “Billions” si fa notare per lo stile elegante. Gli ideatori Brian Koppelman, David Levien e Andrew Ross Sorkin hanno messo molta cura nei dialoghi e gli interpreti hanno fatto il resto, rendendo i personaggi definiti e incisivi. Il ritmo del racconto risulta piacevolmente lento. I momenti di tensione sono ben alternati alle trame parallele e ai personaggi secondari. E lo spettacolo è assicurato dal braccio di ferro tra due cervelli più che mai decisi a superarsi.
“Billions” è una serie avvincente e stuzzicante. Molto fina nel racconto delle dinamiche del potere e delle strategie cervellotiche messe in atto dai protagonisti; tenue ed accurata nella carrellata sul panorama umano che stringe su di loro. Da non dimenticare i nomi di Malin Akerman e David Costabile, nel cast.
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Sergio Gamberale
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