Che succede se il capo di una famiglia di camorristi vuole rifarsi una verginità e iniziare una nuova vita al di fuori del mondo criminale in cui è nato e cresciuto? Sembra questo uno degli interrogativi principali alla base della quarta stagione di “Gomorra”. L’inizio della serie ideata da Roberto Saviano ci presenta infatti un Genny (Salvatore Esposito) impegnato nella riconversione legale della sua attività. Siglata una pace con i gruppi concorrenti e lasciato il controllo della sua Secondigliano nelle mani di Patrizia (Cristiana Dell’Anna), il capo dei Savastano, pur non rinunciando affatto ai ricchi proventi della droga, si lancia nel mondo del business pulito vestendo i panni dell’imprenditore che vuole portare ricchezza nel suo paese attraverso la costruzione di un aeroporto. In pratica, vuole riciclare i guadagni della coca in un progetto faraonico che lo porti in un’altra dimensione di vita.
Il disegno è chiaro: acquisire rispettabilità agli occhi del mondo civile, tra la gente normale che lavora onestamente. Dal punto di vista psicologico, è anche il tentativo di ricucire una vecchia ferita che si porta dietro dall’adolescenza (e dalla prima stagione della serie). Genny infatti, cuore originariamente buono addestrato alla cattiveria da un padre spietato incapace di concepire altra vita se non quella criminale, vuole al contrario far crescere suo figlio Pietro in un’atmosfera di pulizia e onestà. Così come non vuole che sua moglie Azzurra (Ivana Lotito) sia costretta alla vita claustrofobica e amara che toccò a sua madre Imma (Maria Pia Calzone).
Insomma Genny vuole una vita normale. Gli riesce facile vestire i panni dell’imprenditore. In un certo senso, lo era anche prima, quando gestiva personalmente i traffici di droga. Il problema è invece negli occhi degli altri. Come si fa a convincere la società che non sei più il delinquente di prima? Questo tema apre, almeno all’inizio della quarta stagione, un conflitto drammatico inedito nella serie. Quello tra la volontà di cambiamento di Genny e i pregiudizi della società. Il mondo onesto non sembra infatti accettare il suo cambiamento. Nel business, i suoi collaboratori pensano di potersi comportare come criminali e nella vita privata, nessun compagno di scuola del piccolo Pietro accetta l’invito per il suo compleanno. In abiti da persona normale Genny fa scandalo, molto più di quando si presentava come un boss.
Vedremo se e come Genny saprà liberarsi dalle catene di questo paradosso. Nel frattempo la situazione ci propone un cambio di rotta nel racconto. Complice la scomparsa delle figure dei boss antagonisti, “Gomorra” vira dall’epica dello scontro tra antieroi tragici in un dramma psicologico e sociale. Durerà? L’immancabile nuova guerra che presto o tardi si scatenerà farà tornare la serie nel territorio quasi western dei duelli all’ultimo sangue per la conquista del potere? Vedremo. Intanto, ci godiamo con piacere questa nuova prospettiva che allarga gli orizzonti della storia.
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Sergio Gamberale
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