È dalla notte dei tempi che va così. Prendi un gruppo di personaggi dalle capacità sovrumane, li doti di caratteri e sentimenti uguali ai nostri, li metti tutti insieme e vedrai le scintille. Succedeva ai tempi di Omero, Plutarco e Sofocle, quando a impazzire di amore, rabbia o invidia erano dei e semidei; è così anche oggi, che i protagonisti della moderna mitologia vestono i laici panni dei supereroi. Niente di strano dunque che in una famiglia con ben sei figli dotati di superpoteri, alla morte del Zeus padre padrone, si scatenino i conflitti. Ed è questo che racconta in buona parte “The Umbrella Academy”, la serie tv di Netflix tratta dall’omonimo fumetto di Gerard Way.

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La storia inizia con la morte di Sir Reginald Hargreeves (Colm Feore), il miliardario stravagante che nel 1989 aveva adottato sette bambini miracolosamente nati, nello stesso giorno, da madri non incinte. Accortosi dei superpoteri di cui sei di loro erano dotati, li aveva riuniti in un team chiamato appunto “The Umbrella Academy”, per impiegarli nella lotta contro il crimine. Unica ad essere esclusa dal team fu Vanya, quella che sembrava non avere poteri. Oggi, per il funerale del padre, i sette si riuniscono dopo molto tempo. Chi è diventato un astronauta, chi un festaiolo drogato, chi un’attrice, chi uno studioso di problemi, chi un fantasma, chi un viaggiatore nel tempo, chi una violinista. Inevitabilmente l’incontro di caratteri diventa anche scontro e mentre ci si interroga sulle origini di questa famiglia disfunzionale, il viaggiatore nel tempo avvisa che sta per arrivare una catastrofe e i nostri devono tentare di evitarla.

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Più che i fatti narrati, a colpire di questa serie sono la definizione dei caratteri dei personaggi e il particolare clima in cui gli eventi sono immersi. I supereroi sono figure drammatiche pur se idealizzate. Gli ambienti austeri e oscuri della villa paterna ci restituiscono in controluce le figure a tutto tondo di spiriti perduti nella tempesta. Le tensioni tra di loro, esplicite o meno, disegnano geometrie aspre. Il tono generale ci rimanda a territori tragici, al di fuori del tempo e dello spazio. Per quanto fosche fossero le atmosfere in cui abbiamo visto muoversi Batman o Daredevil, mai il loro ambiente ci è sembrato così astratto e simbolico.

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Il creatore Steve Blackman ha voluto dare a questo fumetto fantasy un’aria anticonformista, regalandoci una serie di azione e avventura originale e spiazzante. Una strada nuova che guarda all’antico, con supereroi che più mitologici di così non si erano mai visti.

Per vedere “The Umbrella Academy” in streaming su Netflix, clicca QUI.

Sergio Gamberale

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