DOTTOR JIMMY E MISTER SAUL

“Better Call Saul”, prequel e spin-off di “Breaking Bad”, ci racconta la poetica mediocrità di Jimmy McGill, l’avvocato impiccione che nella serie madre prenderà il nome di Saul Goodman.

E’ un truffatore, un vanesio, un illuso, un perdente, un traditore, un immaturo. Se ne possono dire tante, di brutte cose, su quel chiacchierone contaballe di Jimmy McGill. Tutte vere. Eppure non si può non amarlo. E il bello è che non si sa bene il perché. Forse per via del faccione buono di Bob Odenkirk, l’attore che lo interpreta in “Breaking Bad” e nel prequel/spin-off “Better Call Saul”; forse per il candore d’animo che gli autori Vince Gilligan e Peter Gould gli hanno regalato; forse per il fatto che vedi in lui un pover’uomo che si arrangia, con il poco che ha, per tentare di guadagnarsi un destino diverso da quello, amaro, che la vita gli propone. Fatto sta che sei con lui. Sempre.

Bob Odenkirk in “Better Call Saul”

Ma questo Jimmy non lo sa. L’immagine che vede nello specchio non corrisponde all’idea che ha di sé. Per non parlare della squallida mediocrità quotidiana in cui sopravvive, paragonata ai suoi sogni di gloria. Così, cerca disperatamente un riconoscimento. La laurea in Legge, una carriera da avvocato, il plauso del fratello genio. Qualcosa. Ma niente, tutto inutile. Il successo sta a lui come Titti a Gatto Silvestro. Quando sembra che lo stia per acciuffare quello gli scappa via e lui finisce con il muso per terra. Jimmy ne soffre, ma non si dà per vinto. E ne escogita un’altra. Le idee certo non gli mancano, come le parole. Ed è con queste armi che combatte la sua eterna battaglia. La sua essenza di puro chiacchierone inconcludente risalta ancor di più al cospetto del suo esatto opposto: Mike.

Jonathan Banks nei panni di Mike

La faccia rocciosa di Jonathan Banks, ex poliziotto ormai nonno, Mike è di poche parole e molti fatti. Se ne sta zitto e buono nel casello d’ingresso di un parcheggio finché qualcuno non lo ingaggia per qualche lavoretto delicato. Accompagnare un nerd a vendere partite di pasticche ai trafficanti, recuperare refurtiva, roba così. In questo è il migliore. Ha fegato e palle. Può affrontare gli scagnozzi dei cartelli messicani, schivare la vendetta mettendo all’angolo il boss, per poi tornare a giocare con la nipotina. Un vincente che ha anche una morale: lui non uccide. Al contrario di Jimmy, che se avesse il coraggio…

Mike e Jimmy

Fossimo in una storia qualunque il finale sarebbe scontato. Ma questo è il mondo di “Breaking Bad” e c’è sempre un’altra carta da giocare. Quella di Jimmy è il jolly. Una mossa e la partita si ribalta. Dunque eccolo lì, nella serie madre, con una nuova identità. Jimmy McGill esce di scena e lascia il posto a Saul Goodman. Il candido impostore si è reinventato. E ha capito che non deve più fingere di non esserlo. Ora sono i vincenti che vanno da lui, a chiedergli di ripulire i loro sporchi soldi. Ora il destino è nelle sue mani, insieme a milioni di dollari. Ora può guardarsi allo specchio e riconoscersi. Mentre noi, che continuiamo a vedere il Jimmy che è in lui, continuiamo ad amarlo.

“Better Call Saul” è su Netflix, a questo LINK.

Sergio Gamberale

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