“DAREDEVIL”, IL PIÙ UMANO DEI SUPEREROI

Nella terza stagione il tormento interiore di Daredevil giunge alle estreme conseguenze. La parte oscura della sua anima assumerà in qualche modo vita autonoma rivoltandosi contro di lui. Sarà il momento più critico per Matt Murdoch alias Daredevil, perché dovrà fare i conti con la sua stessa maschera.

Di tutti i personaggi creati dal compianto Stan Lee, Daredevil ha un posto tutto suo. Orfano, non vedente e avvocato, combatte in incognito contro i cattivi con i poteri meno fantastici tra quelli di cui sono dotati i supereroi della pattuglia Marvel (e non solo). La privazione della vista e un training con un maestro anche lui cieco, gli hanno permesso di sviluppare tutti gli altri sensi ad un livello sconosciuto ai “normali”. In pratica, le sue percezioni sono particolarmente acute, cosa che gli permette di “sentire” ciò che gli altri non riescono a percepire. Il battito cardiaco e dunque i sentimenti di un interlocutore, il profumo di un nemico che si sta avvicinando, il sibilo di un’arma scagliata contro di lui, eccetera. Una qualità che gli consente di lottare alla pari contro qualsiasi avversario. Il che, unito alla sua formidabile abilità nella lotta, lo rende quasi imbattibile nei combattimenti corpo a corpo.

Charlie Cox nei panni di “Daredevil”

La sua essenza eroica non ha nulla di fantascientifico o sovrumano. I superpoteri di cui dispone non sono altro che qualità umane elevate a potenza. I suoi combattimenti sono cruenti e realistici ed anche se vince, ne esce sempre ferito, sanguinante, provato fino allo stremo. Ma non è tutto qui. Come vediamo bene, su Netflix, nella serie Tv che porta il suo nome, “Daredevil” (Charlie Cox) è anche animato da dilemmi morali profondamente umani. L’ansia di giustizia si scontra, in lui, con la sua formazione cattolica e dunque se da un lato si impegna, maschera sul viso, a dare la caccia al più potente dei cattivi di Hell’s Kitchen, New York, dall’altro si interroga su quello strano piacere che prova nel mettere fuori combattimento gli avversari. E più il famigerato Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) gli stringe il cappio al collo, più si rafforza la sua volontà di sconfiggere il male ad ogni costo e più emergono dentro di lui gli interrogativi sulla sua vera natura. 

Nella terza stagione, recentemente rilasciata dal servizio streaming, il suo tormento interiore giunge alle estreme conseguenze. La parte oscura della sua anima assumerà in qualche modo vita autonoma rivoltandosi contro di lui. Sarà il momento più critico per Matt Murdoch alias Daredevil, perché dovrà fare i conti con la sua stessa maschera. Uno sviluppo in profondità del personaggio che regala a questa bella serie un (temporaneo) finale che guarda caso, coincidenza veramente diabolica, è anche la firma più autentica del genio che l’ha creato: l’indimenticabile Stan Lee.

Sergio Gamberale

Vai alla barra degli strumenti